mercoledì 20 ottobre 2010

Regali

natale-bambini-regalo I regali sono una cosa che piacciono a tutti. Chi non si ricorda di qualche bel regalo che ha ricevuto quando era bambino. Chi non si ricorda di come aspettava i regali per l'evento attuale. Un regalo a sorpresa poi, é il massimo dell'eccitazione per un bambino, “chi sa cosa sarà?”, “chi sa se é quello che aspetto da tanto?”. Si già da bambini ci abituiamo ai regali, perché ognuno a modo suo cerca di ricoprire di regali i bambini. Quant'è bella la loro gioia sincera quando ricevono un regalo..... Per i bambini un regalo é anche il mezzo per raggiungere una cosa tanto voluta che altrimenti non potrebbero avere. Noi adulti li accontentiamo, molte volte esagerando, nelle occasioni come per esempio il Natale. Il Natale un tempo era (lo é ancora oggi) una festa religiosa, la nascita di Gesù Bambino. Oggi é diventato uno dei momenti più entusiasmanti dal punto di vista commerciale. “Dobbiamo fare regali!” é più o meno quello che ci si può sentire in questi periodi dell'anno. Nei vari media siamo travolti da frasi che ci ricordano, ci incentivano, e quasi ci ordinano di fare un regalo a...... a chi? Ai figli?.... magari! Alla famiglia, agli amici, ai colleghi, ai datori di lavoro, ai vicini, a tutti quelli che incontriamo. A primo impatto uno può pure vederla come una bella cosa: “che bello sorprendere un collega che non si aspetta un regalo”.....si, il problema é che quasi quasi “se lo aspetta”, e magari ne é anche terrorizzato, perché sa che anche se riceve una cosa orrenda dovrà esagerare con i ringraziamenti perché se no magari rischia di “offendere l'altro”.  regali_jpg Allo stesso tempo é conscio di dover ricevere regali perché sa che egli stesso deve comportarsi di conseguenza con i propri colleghi/amici/.... e questo ci porta a un secondo grande quesito: “cosa posso regalare?” Questo é un grande problema perché non facciamo un regalo, perché ci va di farlo, o perché abbiamo visto una cosa che cadrebbe a pennello, bensì, perché é “obbligatorio”. Inoltre si é in difficoltà pure perché non si é certi del cosa possa fare contenta la nostra “vittima”. Questo ci rivela una sorta di egoismo ma forse più che altro egocentrismo, nella nostra società. Non siamo sicuri dei gusti, delle preferenze degli altri, perché …. perché..... perché non li conosciamo! Si, molte volte, riusciamo a vivere con gli occhi chiusi anche se si tratta del nostro stesso fratello. D'altronde ci abituano a ritenere la nostra stessa persona come la cosa più importante al mondo.

regalo Ma fermi tutti! Come siamo passati dal modo dei bambini felici a quello delle persone che si sentono al cappio per via della stessa causa: il regalo? Forse é solo una stranezza, una coincidenza. Sicuramente passato il Natale si ritorna alla normalità e siamo tutti un po' più tranquilli. Purtroppo ho cattive notizie, non é così. Prendendo spunto dalle vetrine dei negozi, dalle pubblicità in televisione o sui giornali, o da “quello che fanno i vicini” ci rendiamo conto che c'è sempre un pretesto per regalare .... ehm.... mi correggo: per far regalare qualcosa: c'è l'epifania, dove la Befana porta i regali, c'è la Pasqua, ci sono i compleanni, gli onomastici, c'è San Nicolò, c'è la festa dei bambini, quella delle mamme e quella dei papà (anzi, ormai ho sentito anche quella dei nonni), c'è San Valentino, la festa delle donne, e così via. Vista così ci vuole un vero e proprio piano finanziario per tutto l'anno. In ogni caso dare é meglio che ricevere! ….. temo che anche qui si possa puntualizzare. Dare al giorno d'oggi non é facile, un po' per via del nostro imbarazzo sopra descritto, un po' perché con qualsiasi cosa cerchiamo di tamponare l'obbligo del dare, ci fanno capire che siamo dei pezzenti, perché, come diceva una famosa canzone: “si può dare di più!” Certo, non possiamo rifarci nemmeno con il ricevere, ricevere troppe cose, sicuramente riduce la “magia” del regalo: alla fine dobbiamo solo “lasciar venire ciò che deve venire”, inoltre abbassa le possibilità di ricevere una cosa bella e inaspettata, a meno che non siamo in crisi di grosse mancanze tutto l'anno. E se siamo noi a “richiedere”? Beh ci vuole una bella fantasia per inventarsi sempre un nuovo regalo che ci piaccia, persino i bambini possono trovarsi in imbarazzo nonostante l'infinità varietà di giocatoli reperibili in commercio.

Insomma ne “dare” ne “ricevere” rende felici quanto si pensi..... ma allora perché tutto ciò? Perché “ci facciamo del male?” no, no,.. un attimo! Qualcuno c'è che ci guadagna in tutta questa storia: é il “commercio”.Regalare-soldi

Ci risiamo, il dio soldo fa di nuovo parlare si se. É strano che un entità così frivola abbia poteri così grandi.

Personalmente é triste e mi addolora molto vedere come “pochi centesimi in più” da guadagnare possano stravolgere così tanto una delle nostre usanze più intime, quella del gesto di affetto da una persona all'altra.

martedì 7 luglio 2009

Indirizzo di posta.

Ieri, nella cassetta delle lettere mi aspettava una busta speditami dalla banca. La apro e scopro con grande sorpresa che si trattava di un avviso. Si un avviso, ma uno speciale e per me incomprensibile.

Nella missiva la banca m'informa che il mio indirizzo di posta, presente nel loro sistema, deve essere sbagliato, perché tutte le corrispondenze speditemi, tornano indietro al mittente. Di conseguenza, nel caso mi fossi trasferito, o che sia successo qualche cambiamento sono pregato ad informarli.

Leggevo e rileggevo meravigliato, ma la frase era proprio questa.

Inevitabilmente mi sorgeva un dubbio:

Ma se non mi arriva nessuna lettera, perché proprio questa é arrivata?

Ma sopratutto:

Tu, banca, se dici che il mio indirizzo di posta é sbagliato e tutte le lettere spedite tornano indietro, perché mi avvisi proprio per posta?”



"Oh, banca mia banca mia

dici il mio indirizzo sbagliato sia,

con tutto lo spedito al mittente tornato,

perché proprio per posta di ciò mi hai informato?"


martedì 23 giugno 2009

La Televisione.


La televisione é una di quelle invenzioni che ha sconvolto il modo di essere di tutto il mondo. Prima della sua invenzione la vita era basata sui fatti concreti di tutti i giorni, e su quanto si sapeva per esperienza o avendo studiato. La radio ha reso il mondo più piccolo, e ha dato la possibilità di trasmettere le informazioni a lunga distanza, in tempo reale. La Televisione ha fatto di più, oltre all'audio trasmetteva immagini. Il diffondersi del televisore, ha fatto si che informazioni di vario genere possano raggiungere milioni di persone allo stesso tempo, nazioni intere. Così nascono i canali televisivi nazionali. Non é piccola cosa! Se ci pensiamo, uno studio, con un minimo di apparecchiatura, può “decidere” le emozioni, il modo di pensare di una nazione intera, e anche di più. Queste possibilità offrono vantaggi enormi: si può diffondere la cultura in modo semplice e veloce, si possono educare milioni di persone allo stesso tempo, si può diffondere e insegnare un linguaggio comune (caso dell'Italia) per unificare una nazione, si può informare la popolazione con le notizie più fresche, ecc.. Ovviamente anche qui c'è il rovescio della medaglia: con astuzia e persuasione, si possono influenzare milioni e milioni di persone, con opinioni scientifiche, artistiche, e ovviamente anche politiche. Infatti da quando esiste la televisione, é un viavai di leggi che vanno uno contro l'altro per cercare di inquadrare il “giusto” utilizzo delle trasmissioni televisive.

Ma che cosa é oggi la televisione per noi? Al giorno d'oggi siamo abituati ad avere accesso a svariati programmi in diretta e non, su diversi canali, in tutte le qualità possibili e immaginabili, e con ogni tipo di collegamento (antenna, via cavo, satellite, digitale terrestre.....). Insomma per noi il fatto che cosa sia la TV e come funzioni, non é determinante, già dalla nascita sappiamo che C'É! Le uniche domande che ci poniamo riguardano il palinsesto.

Nonostante ci siano centinaia di canali, e milioni di programmi, ci sono sempre delle cose che sotto sotto entrano a far parte della nostra vita, rendendoci tutti un po' uguali. Anzi al giorno d'oggi ci sono alcuni programmi televisivi, che hanno una pubblicità talmente insistente, che sono diventati “programmi praticamente obbligatori.

Come ci influenzano?

Una persona media, lavora (o va a scuola), mangia e vive la sua vita. Questo vivere riguarda sia il rilassamento, il riposo, che gli interessi, il movimento, lo sport, la vita sociale, ecc.. In queste cose la televisione é presente, infatti la possiamo guardare per svago, per studio, per compagnia ecc.. Alcuni ritengono che tutto questo possa essere anche pericoloso, perché non si usa più il cervello, ci si abitua troppo alle funzioni passive, e si diventa schiavi della TV. Io non sono un accanito oppositore della tele, ma le varie opinioni che si formano a favore e contro questa scatola, che diventa sempre meno ingombrante e sempre più tecnologica, ci può far porre delle domande:


Quanta TV guardo?

Cosa guardo in TV? Cose che mi sono utili (anche divertimento), o qualsiasi cosa?

Ha senso quello che guardo? Mi é utile?

Saprei cosa fare del mio tempo se non guardassi quello che guardo?

Ci sono alcune persone, che riescono a passare la giornata intera e tutta la loro vita davanti allo schermo. Questo non é bello, perché é un offesa a tutta quella meraviglia che é l'uomo. Davanti allo schermo non riusciamo a vivere la nostra vita, al massimo guardare quella degli altri.

E cosa “ci conviene guardare”? In televisione si trasmette un po' di tutto, Telegiornali, documentari, film, giochi, cartoni animati, ecc.. Guardando i documentari, possiamo imparare molte cose, e seguendo il telegiornale, saremo aggiornati con le notizie attuali, ma anche guardare un bel film o un cabaret può essere un ottimo modo per distendersi.

L'importante come al solito e trovare la via di mezzo, e teniamo sempre a mente che quello che guardiamo ci influenza, ci forma il carattere, quindi s

cegliamo intelligentemente, perché siamo quello che guardiamo. Non scordiamoci mai che siamo noi i “padroni” della TV e non il contrario. Non lasciamoci schiavizzare.

Se non sappiamo decidere quanto siamo dipendenti dalla televisione, mettiamoci alla prova: passiamo una settimana in totale “digiuno”. Non guardiamo la TV, non consultiamo i palinsesti, non facciamoci raccontare il riassunto delle nostre te

lenovelle preferite ecc.. Se non siamo un caso disperato, i primi giorni ci saranno strani, forse un po' difficili, ma dopo vedremo che il mondo é bello anche senza televisore.